Genitori

IL RUOLO DEL GENITORE

Scrive Stefano Biavaschi: “I figli non voi li crescete, ma essi crescono voi. Sono essi i vostri educatori, perché attendono che voi siate nel bene, prima di imitarvi”.

Ecco perché è fondamentale che il genitore in primis consideri la scuola e le insegnanti del proprio figlio come le migliori possibili e creda egli stesso innanzitutto che il luogo (inteso come spazio fisico ma anche “educativo”) che il bambino frequenterà sarà un luogo positivo per lui e per la sua crescita.

Partendo dall’assunto che i bambini percepiscono in modo magistrale lo stato d’animo dei propri genitori, è fondamentale che questi ultimi siano pronti a questa prima “separazione” dal proprio bambino, siano fiduciosi in lui e nella scuola ed entusiasti dell’esperienza che gli stanno offrendo.

Respirando queste sensazioni positive il bambino potrà, a sua volta, affrontare questo evento con fiducia ed entusiasmo.

Essere pronti a questo momento potrebbe significare anche fare un percorso personale (e di coppia) di crescita e di riflessione su come noi adulti abbiamo vissuto e viviamo il distacco. Se è vero che “ a fare i genitori si impara da piccoli” allora probabilmente nell’educare i nostri figli dovremo anche fare i conti con il nostro essere stati bambini. Se, ad esempio, da bambino, ho vissuto con sofferenza il distacco dai miei genitori e l’ingresso a scuola, è altamente probabile che io proietti questi miei sentimenti su mio figlio, credendo che anche lui vivrà la situazione allo stesso modo.

E’ invece importante elaborare e andare oltre la nostra storia, per affrontare quella di nostro figlio come qualcosa di assolutamente nuovo.

Nella mia esperienza di insegnante ho incontrato alcune mamme (spesso proprio loro fanno più fatica a “lasciare andare”, forse perché a lungo hanno “tenuto dentro”…) che, raccontando la fatica del figlio di venire a scuola e la difficoltà nel “momento del saluto” usavano frasi come: “Lo lascio lì solo, in mezzo a tutto quel trambusto”; dalle loro parole non traspariva la positività di cui scritto pocanzi. Il bambino, dal canto suo, avvertiva questa sensazione della mamma, sentiva che c’era qualcosa di “negativo” nell’ambiente scolastico e ne era intimorito.

Il genitore, dunque, come figura di riferimento principale del bambino, può aiutarlo a vivere il momento dell’ingresso alla scuola come un momento di crescita, come un’esperienza entusiasmante se solo lui, per primo, ci crede davvero. Per questo è fondamentale un’ottima comunicazione scuola-famiglia che sgombri il campo da dubbi, titubanze e incomprensioni.

Dott.sa Serena Cesaroni, consulente educativo

I nostri consigli per un buon inserimento

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AVERE FIDUCIA NELLE CAPACITÀ DEL PROPRIO/A FIGLIO/A

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INCORAGGIARE IL/LA BIMBO/A CON UN SORRISO … VALE PIÙ DI MILLE PAROLE

Cercate di farvi vedere sereni, convinti e di non piangere davanti a lui/lei perché il/la  bambino/a percepisce la vostra ansia/insicurezza

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RISPETTARE
I TEMPI DELL’INSERIMENTO

Anche se vostro/a figlio/a continua a piangere, non potete restare insieme lui/lei tutto il giorno ma salutatelo/a, coccolatelo/a e andate via

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RISPETTARE LE REGOLE DELLA SCUOLA

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SALUTARE SEMPRE IL/LA BAMBINO/A, NONSCAPPARE VIA E NON DIRGLI/LE BUGIE

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ACCOGLIERE IL PIANTO COME UNA REAZIONE NORMALE

Anche se vostro/a figlio/a continua a piangere, non potete restare insieme lui/lei tutto il giorno ma salutatelo/a, coccolatelo/a e andate via

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EVITARE PARAGONI CON GLI ALTRI BAMBINI

Ogni bambino ha un suo ritmo, una sua personalità e delle caratteristiche proprie. Rispettate le reazioni e i tempi di vostro/a figlio/a senza forzarlo/a

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ASCOLTARE
CON ENTUSIASMO I SUOI RACCONTI MA NON TEMPESTARLO/A DI DOMANDE